Il Santo Padre nel 2005 è stato incriminato negli Stati Uniti per cospirazione contro la giustizia in un processo contro preti pedofili in Texas. Per l’esattezza, presso la Corte distrettuale di Harris County figurano imputati il responsabile della diocesi di Galveston Houston, arcivescovo Joseph Fiorenza, i sacerdoti pedofili Juan Carlos Patino Arango e William Pickand e infine anche l’attuale pontefice. Ratzinger ha potuto evitare il processo perchè nel frattempo è diventato Papa (e quindi Capo di Stato) e grazie all'intervento di G. W. Bush e C. Rice.

E' TUTTO DOCUMENTATO

Ecco chi, come e quando ha deciso in Vaticano di sottrarre i preti pedofili alla magistratura.
Inchiesta di Pino Nicotri


58 commenti:

Anonimo ha detto...

Per quale motivo la Chiesa ci indica come deve essere costitutita e normata la famiglia?

riccardo gessa ha detto...

La chiesa cattolica intrisa di razzismo ed omofobia è risaputo che detta legge sulla famiglia. Il perché si potrebbe spiegare con il concetto di controllare le persone a gruppi che risulta molto più facile che controllare i singoli. Tale concetto viene infatti ampliato col senso di patria e nazione, molto caro ai cattolici e ai fascisti.

Anonimo ha detto...

Vedendo le centinaia, anzi direi le migliaia di casi di pedofilia nel clero viene da chiedersi perchè. Io credo che sia perchè godono dell'impunità, prima di tutto da parte del Vaticano che dovrebbe sorvegliare, ed inoltre dalla politica, dalla magistratura e dai giornalisti, tutti compiacenti nel tacere prima di tutto e nel minimizzare.
Lode a Vianello che portò in prima serata questo servizio sul prete pedofilo in Sicilia:

http://www.mimandaraitre.rai.it/MMR_servizio/0,10135,1067423,00.html

Ciao.

Anonimo ha detto...

Credo che nell'indagine contro Ratzinger fosse coinvolte, seppure indirettamente, anche Ruini e il precedente Papa...
Stefano

Anonimo ha detto...

Chi meglio di un "pastore tedesco" a far da guardia ai segreti della pedofilia nella chiesa?
http://www.indicius.it/religioni/ratzingher_pedofilia.htm

Anonimo ha detto...

approfondimento sul Vaticano e le inchieste sulla pedofilia

http://italy.indymedia.org/news/2005/05/783334_comment.php

Anonimo ha detto...

Gran bell’articolo! Ottimo, coraggioso e ben documentato. La degna sorpresa nell’uovo di Pasqua per chi abusa della buona fede dei credenti e li inganna tradendo in modo turpe anche Gesù che dice “Lasciate che i pargoli vengano a me”.
fernando

Anonimo ha detto...

Preti pedofili
Vescovo coinvolto negli scandali sessuali suggerisce di sfuggire ai media

di di Tom Peterkin, Corrispondente dall’Irlanda

(traduzione di Stefania Salomone)

The Telegraph (UK)
Lunedì 6 aprile 2007
http://www.telegraph.co.uk/news/main.jhtml?xml=/news/2007/04/16/nbishop16.xml

Dateci il vostro parere: il vescovo dovrebbe ancora celebrare la messa?
Il vescovo di Galway parla per la prima volta di quegli anni terribili, in cui è stato al centro degli scandali sessuali che hanno scioccato la Chiesa Cattolica Romana. Eamonn Casey rompe il silenzio a proposito dei network filo-cattolici, che hanno contrabbandato attraverso due continenti le notizie sulla sua relazione con Annie Murphy, una donna divorziata Irlandese-Americana con la quale ha avuto un figlio.
In un’intervista dopo il suo ritorno in Irlanda lo scorso anno, padre Casey rivela che Papa Giovanni Paolo II non ha voluto che lui si dimettesse da vescovo dopo aver appreso che aveva un figlio. Parla anche delle lunghe distanze percorse per sfuggire ai media quando scontava la sua penitenza in un monastero del Nord America e in una missione del Sud America.
Dopo aver eluso i giornalisti per molti anni, il prete 79enne sceglie di raccontare la sua storia a Maurice O’Keefe, un giornalista irlandese che registra ore e ore di interviste con lui nella sua casa di Shangalish, Co Galway. Padre Casey narra la sua vita dopo aver lasciato l’Irlanda a causa dell’accusa di aver sottratto dei fondi alla diocesi di Galway per mantenere la sua amante e il loro figlio Peter, nato nel 1974. Le 70.000 sterline irlandesi sono state restituite alla diocesi e si è scusato pubblicamente per la sua condotta.
In una conversazione descrive il viaggio a Roma per rassegnare le sue dimissioni quando la sua relazione stava per diventare di pubblico dominio. Prima della divulgazione dei suoi baci appassionati e del “frutto proibito” della sua relazione, viene trattenuto in Vaticano per tre giorni a colloquio con i delegati pontifici. "Volevo a tutti i costi dare le dimissioni e riconoscere di aver sbagliato per mettere fine alla vicenda”, dice Casey, il quale nel 1979, ha capeggiato l’organizzazione della visita papale in Irlanda. "Ma il delegato del Papa ha detto che il Santo Padre non voleva accettarle”.
Casey è stato reticente riguardo la sua storia con la signora Murphy e il loro figlio, dicendo che “ignorava” il libro scritto e pubblicato da lei. La loro relazione ha provocato scandalo in Irlanda e nella Chiesa Cattolica, che ha già molti scandali da affrontare, inclusi gli abusi sessuali su minori. E’ più prodigo di informazioni riguardo le persone che lo hanno portato da un luogo più sicuro dell’altro nel tentativo di preservare il suo anonimato dall’altra parte dell’Atlantico. Tramite conoscenze, viene trasferito in un monastero del Nord America, dove un confratello pretende da lui un voto di silenzio e gli proibisce di fumare. Per un paio di volte fa scattare l’allarme fumando in stanza a tarda notte, ma, comunque, ha la possibilità di rispondere alle 750 lettere ricevute. "Sono stati sei mesi meravigliosi. Ho cercato di capire cosa vuole Dio da me”.
La risposta è di rifugiarsi in Ecuador, dove utilizza una vecchia conoscenza ecclesiale per sistemarsi e lavorare coi missionari americani della Società di San Giacomo Apostolo. Per sei anni e mezzo si dedica alla costruzione di scuole e chiese. Nel frattempo è inviato a 100 miglia da Mexico City per un corso di spagnolo di 6 mesi, ma dopo tre mesi viene “tradito” quando due macchine passano il cancello e uno dei due individui comincia a scattare fotografie.
Casey è costretto a spiegare al preside il vero motivo della sua permanenza lì e perché la stampa si interessa tanto di lui. E’allontanato di nascosto con un convoglio di macchine. Viaggia centinaia di miglia per incontrarsi con un superiore agostiniano, anche lui di Galway, mentre un altro amico percorre 1.000 miglia per recuperare il suo passaporto e consentirgli di arrivare in Florida.
Nel 1998 approda nel sud dell’Inghilterra, dove opera come cappellano dell’ospedale. Ora è di nuovo a Galway con la speranza di poter dire messa in pubblico. Non gli è consentito fino a che non saranno espletate tutte le indagini ecclesiastiche sulle false accuse che gli sono state rivolte da una donna nel 2005 di abusi su minori risalenti, presumibilmente, a 30 anni fa. Le indagini della polizia irlandese sono finite lo scorso agosto senza alcuna conferma di accusa a suo carico.


Giovedì, 19 aprile 2007

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Prima Pagina/Home Page: www.ildialogo.org
Direttore Responsabile: Giovanni Sarubbi
Registrazione Tribunale di Avellino n.337 del 5.3.1996
Note legali --- La redazione

Anonimo ha detto...

DICO NO - MATRIMONIO SI'
http://www.nogod.it/nopacs.htm

Anonimo ha detto...

alcune vittime dei preti pedofili americano hanno fondato questo sito
http://www.bishop-accountability.org/accounts/index.html
daniele

Anonimo ha detto...

Ciao! Vorrei se possibile avere maggiori informazione sugli episodi di pedofilia in Brasile, capire cioè gli esiti processuali. POTETE FARE UN APPOSITO POST?

Anonimo ha detto...

GRAZIE sottoscrivo pienamente! buon lavoro

Anonimo ha detto...

Buona sera,
dobbiamo ricordarci che il PAPA è il rappresentante di DIO in terra e dunque questo BLOG costituisce una volgare BESTEMMIA

Anonimo ha detto...

R I B E L L I A M O C I
allo strapotere della chiesa

Anonimo ha detto...

SITO DELLA SANTA SEDE ED E-MAIL DEL PAPA

Il sito ufficiale della Santa Sede è www.vatican.va - Se vuoi scrivere direttamente al Santo Padre, l'indirizzo di posta elettronica è il seguente: benedettoxvi@vatican.va

Anonimo ha detto...

Salve
verrà organizzata una controfanisfestazione, una sorta di FAMILY GAY ?
grazie
Francesca

Anonimo ha detto...

http://www.uaar.it/news/2007/04/25/bufera-sullinventore-solletico-oggi-lavora-per-dei-vescovi/
http://www.repubblica.it/2007/01/sezioni/cronaca/pedofilia/autore-tv-arrestato/autore-tv-arrestato.html
Gianfranco Scancarello, arrestato per gli orrori della scuola di Rignano
è anche tra gli autori di Buona Domenica. Lanza: "Un grande professionista"
Bufera sull'inventore di "Solletico" oggi lavora per la tv dei vescovi
di PAOLO G. BRERA
ROMA - C'è anche un autore televisivo molto noto, inventore di trasmissioni "cult" sui piccoli e grandi problemi dei bambini come Solletico per la Rai, tra le persone accusate dell'orrore di Rignano Flaminio. Gianfranco Scancarello, 56 anni, oggi firma con Cesare Lanza Buona Domenica ed è il creatore e il deus ex machina di Unoperuno, la trasmissione pomeridiana sul canale dei vescovi Sat2000 che tutti i giorni, da anni, affronta le difficoltà degli adolescenti. "Io e mio padre", era il tema della puntata di ieri.

"È un'imputazione agghiacciante, per rispetto suo e della magistratura non facciamo commenti. Siamo sicuri che Gianfranco riuscirà a dimostrare presto la sua estraneità, e per ora ci limitiamo a questo: vogliamo prima capire", dice Cesare Lanza, aggiungendo solo lodi: "Io lo chiamo "il Centrocampista" perché è uno che conosce tutto di questo mestiere, e che sa fare qualsiasi cosa: il tecnico, la scrittura, i video... un grandissimo professionista".

Proprio la tv dei ragazzi era il suo pane quotidiano, ed è questo che oggi suona più stridente nell'arresto per pedofilia. Un curriculum importante, in cui figura anche la docenza all'università Cattolica. E quando c'era da parlare in pubblico del rapporto difficile tra informazione e infanzia, lui era il primo a essere chiamato: dall'incontro dell'Ucsi (la stampa cattolica) del Lazio su "media e ragazzi", al corso "media, valori, educazione" del Dipartimento di pedagogia della Cattolica. E nel 2003 era uno degli esperti di tv pedagogica nel "Rapporto tra minori e programmi tv" dell'Authority per le telecomunicazioni.

A Buona Domenica è arrivato quest'anno, "in quel gruppo di autori in cui mi trovavo male", dice Claudio Lippi, che ha lasciato il programma in disaccordo sui contenuti ma di Scancarello parla solo bene: "Lui e Silvia Zavattini - dice - erano quelli coi quali mi sentivo più in sintonia, quelli che mostravano un grado di professionalità sempre alto. Loro due si occupavano dei contenuti più giornalistici, e curavano proprio la parte rivolta agli adolescenti. È davvero incredibile".

Ed è attonito anche Roberto Cenci, altro storico autore del programma: "È una notizia che uno apprende e rimane così, immobile, senza parole". Senza parole anche la redazione di "Unoperuno", che butta giù nervosamente la cornetta. Ma Sat2000 in una nota dice di avere appreso la notizia "con enorme stupore, anzi con incredulità", riservandosi "di assumere adeguati provvedimenti non appena la situazione si sarà chiarita".


(Repubblica 25 aprile 2007)

Anonimo ha detto...

Primo maggio, il Vaticano
"Attacchi al Papa, è terrorismo"
Polemica sulle parole (audio 1-2) del conduttore contro il Vaticano al Concertone. Rivera (foto) è stato criticato anche dai sindacati: "Frasi stupide". Poi sono arrivati gli inviti alla calma del premier ("Serve buon senso)" e della Santa Sede


http://www.repubblica.it/2007/04/sezioni/cronaca/primo-maggio/osservatore-romano/osservatore-romano.html

Anonimo ha detto...

“Il Papa ha detto che non crede nell'evoluzionismo. Sono d'accordo, infatti la Chiesa non si è mai evoluta. Non sopporto che il Vaticano abbia rifiutato i funerali di Welby. Invece non è stato così per Pinochet, per Franco e per uno della banda della Magliana".


Questa la frase giudicata "terroristica" dal vaticano....


da:
http://www.osservatoriosullalegalita.org/07/acom/05mag1/0244ritalaicita.htm

Anonimo ha detto...

Da: http://www.beppegrillo.it/

Le notizie sono un bollettino di guerra. Ogni giorno bambini violati, uccisi, pensionati fatti a pezzi nel loro letto, malati trattati negli ospedali come carne da macello, donne stuprate, politici (ma cosa vuole ormai dire questa parola?) ignoranti, pregiudicati, pappagalli da piccolo schermo. Le violazioni della legge (ma cosa vuole ormai dire questa parola?) sono in ogni strada, in ogni morto sulle strisce pedonali, in ogni parcheggio abusivo, in ogni accattone violento, in ogni prescrizione, condono, indulto. Le malattie debellate nel secolo dei lumi stanno tornando, lebbra e tbc sono di nuovo tra noi. Sono ritornati anche gli usurai, i monti dei pegni, i ghetti. E’ un medioevo moderno.
Le notizie si possono ignorare, si può spegnere la televisione per sempre, ma quando ti toccano non puoi più fare finta di niente. Prima pensi sempre che le vittime siano gli altri.
Gli italiani potrebbero essere incapaci di controllare le loro reazioni. Di solito subiscono, stanno in silenzio, come cani bastonati. Ma se gli ospedali diventano cimiteri, i politici pregiudicati, i tribunali luoghi di impunità, le scuole riformatori, le tasse retribuzioni per nullafacenti, le strade terra di nessuno, i prestiti usura, il lavoro sfruttamento e morte. Anche l’italiano cloroformizzato dai media, strumenti di rincoglionimento di massa del potere. Anche l’italiano può prendere fuoco come un cane di paglia. E’ già successo e, di nuovo, succederà.
“Il Cielo e la Terra non usano carità, tengono le diecimila creature per cani di paglia. Il santo non usa carità, tiene i cento cognomi per cane di paglia”. Tao Te Ching

Anonimo ha detto...

Sex Crimes and Vatican. Pedofilia e Ratzinger

Ecco chi preme per non parlarne e per insabbiare ogni inchiesta....ecco lo schifo finale.....


Finalmente con i sottotitoli in Italiano, il documentario della BBC sugli scandali del Vaticano legati ad alcuni preti pedofili in Inghilterra e America.

Chiaramente questo documentario in Italia non ha mai messo piede. Io ne ho sentito parlare su alcuni siti di disinformazione .
Fatene buon uso, diffondetelo e aprite gli occhi una volta per tutte.
Ora capisco perche' ce' gente che fa le fiaccolate per 4 pedofili....ora mi sono chiare tante cose....

Questo e' il link diretto

http://video.google.it/videoplay?docid=3237027119714361315&hl=it

e questa e' la fonte

http://www.robertoscurto.blogspot.com/

se volete salvarlo sul vostro PC usate questo sito e inserito l'URL del video

http://keepvid.com/

Anonimo ha detto...

il video della BBC è terrificante
http://video.google.it/videoplay?docid=3237027119714361315&hl=it

Ambretta ha detto...

Altro esempio di ipocresia della chiesa e del clero
E dell'attuale papa che come ha scritto un anonimo:
"dobbiamo ricordarci è il rappresentante di DIO in terra"

Vorrei allora che mi spiegasse esattamente quale passo delle sacre scritture renda lecito il sottrarre il reato di pedofila alle legislature degli stati.
E vorrei mi spiegasse anche a quale messaggio divino si sia ispirarto il vaticano nel darsi tanto da fare per insabbiare i casi di pedofilia in cui sono coinvolti membri del clero da coprirli con il "segreto pontificio"
A mio avviso, gente capace di questo NON PUO' nemmeno PRONUNCIARE la parola FAMIGLIA!

Anonimo ha detto...

ECCO TUTTI I PROMOTORI DEL FORUM DAY
http://www.forumfamiglie.org/associazioni_aderenti.php

Anonimo ha detto...

Ma quale è il programma della contromoanifestazione? Saluti, Stefania

Anonimo ha detto...

TRA I PROMOTORI DEL FAMILY DAY C'E' ANCHE L'ASSOCIAZIONE DI DIFESA DEI BAMBINI!!!
http://www.forumfamiglie.org/associazioni_aderenti.php?associazione=9

Anonimo ha detto...

Family Day, il vicepremier "coerente" con la decisione di non partecipare a manifestazioni
Pezzotta: "Non siamo un movimento politico ma sociale, che porta in piazza dei temi"
Rutelli: "Se fossi solo deputato
andrei in piazza San Giovanni"
E a Piazza Navona i radicali organizzano la Giornata dell'orgoglio laico



Francesco Rutelli
ROMA - "Se fossi stato deputato, ci sarei andato", ma poiché è membro del governo e vicepremier, resta "coerente" alla decisione di non partecipare a manifestazioni di piazza: Francesco Rutelli parla del Family Day a una tavola rotonda delle Acli su laicità e famiglia e scommette: "Sarà una delle più grandi manifestazioni che il nostro Paese abbia mai visto e sono sicuro che avrà un segno positivo, costruttivo e sereno". Però, ribadisce, in quanto membro del governo non parteciperà perché convinto che "il posto di chi viene interpellato dalla piazza, essendo al governo, è quello di ascoltare". E sottolinea: "Non mi permetto, però, di dire a questo o quel ministro di non andare. Questa è una mia personale valutazione".

La manifestazione è stata presentata oggi con una conferenza stampa dal portavoce, Savino Pezzotta. Il 12 maggio, a Roma - in contemporanea con la Giornata dell'orgoglio laico in piazza Navona, animata da diverse componenti politiche - gli organizzatori del Family Day puntano a portare in piazza "100 mila persone". Non sarà, dicono, una manifestazione contro il governo, non avrà alcuna politicizzazione: niente contrapposizione fra laici e cattolici, ma una piazza trasversale non aggressiva né oppositiva.

"Non siamo un movimento politico ma sociale - precisa Pezzotta - che porta in piazza temi e vuole premere sul Parlamento. Rifiutiamo di essere schiacciati dall'una o l'altra parte". Assoluta la laicità dei promotori: "Non porto né la mitria né il piviale - dice Pezzotta - il mio impegno nel Paese è sempre stato laico. Non capisco chi parla di ingerenze clericali, dovrebbe cambiare occhiali".

In piazza San Giovanni, quindi, niente bandiere o striscioni di partito, e una richiesta di futura "coerenza" ai parlamentari che ci saranno, perché "i politici potranno venire - aggiunge Pezzotta - non per mettere il cappello, ma per ascoltare che cosa ha da dire il popolo". Quanto all'iniziativa contemporanea, l'ex leader della Cisl osserva che "per mia esperienza non si fanno contromanifestazioni, ma siamo persone tolleranti e in democrazia ognuno è libero di fare quel che ritiene più giusto".

Intanto, secondo il portavoce, il Family Day ha già raggiunto un primo scopo: riportare il tema della famiglia al centro del dibattito sociale e politico del Paese. "Diciamo sì alla centralità della famiglia come prevede la Costituzione - precisa Pezzotta - e a una legge organica sulla famiglia, che parta dalle esigenze dei giovani che vogliono sposarsi, avere figli, e hanno bisogno di servizi, lavoro e sostegno economico.Ma diciamo un no chiaro alla legge sui Dico. Con questo, non vogliamo che quella di sabato sia solo una manifestazione contro i Dico: è un solo no tra tanti sì".

Intanto, l'Udc conferma la sua presenza massiccia: "La vera necessità in Italia è la difesa della famiglia, una vera politica che la tuteli. Solo una cultura radicale e astratta può ritenere che i Dico siano una priorità". Per questo, spiega Pier Ferdinando Casini, "parteciperemo al Family Day, tutti i parlamentari, perché riteniamo appunto che la priorità italiana è una vera politica per la famiglia". Aggiunge il segretario Lorenzo Cesa, facendo eco al leader di An, Gianfranco Fini: "Sono un cattolico che crede nel valore della famiglia e vado al Family Day in quanto tale, non perché me lo dice la Cei o il mio parroco".

E mentre il forzista Enrico La Loggia annuncia che sarà in piazza, i colleghi Fabrizio Cicchitto e Sandro Bondi spiegano il loro no: "Poiché si tratta di una manifestazione esplicitamente e legittimamente convocata dall'associazionismo cattolico, i sottoscritti, laici senza aggettivi, fanno ad essa i migliori auguri di successo, ma non saranno presenti per rispetto dell'identità altrui, ma anche della propria".

In Piazza Navona, invece, Radicali e sinistra radicale daranno vita a una manifestazione che, giurano, non è contro il Family Day, ma vuole ricordare il 12 maggio come la data della vittoria laica al referendum sul divorzio. A questo tema sarà dedicata una mostra fotografica che si terrà durante la manifestazione.

(Repubblica.it 9 maggio 2007)

Anonimo ha detto...

eccola, e' lei
http://it.wikipedia.org/wiki/Famiglia

Anonimo ha detto...

12 maggio: anche l’UAAR alla manifestazione di Coraggio Laico

L’Uaar (Unione degli atei e degli agnostici razionalisti) aderisce alla manifestazione di sabato prossimo di Coraggio Laico e sarà in Piazza Navona alle 15.30 per ribadire la richiesta di piena attuazione del principio costituzionale di laicità dello Stato. «Ci saremo anche noi – spiega Giorgio Villella, segretario nazionale dell’Uaar – perché nel giorno del Family day riteniamo doveroso ricordare, ancora una volta, che per l’articolo 3 della nostra Costituzione tutti i cittadini sono uguali di fronte allo Stato, siano essi credenti o no, sposati o conviventi, etero od omosessuali».

La parallela manifestazione del Family day, infatti, è una manifestazione indetta da una rete di organizzazioni di ispirazione religiosa «e i ministri di un Governo di uno Stato laico non dovrebbero parteciparvi», prosegue Villella. «Anche perché, e non dovremmo essere noi a ricordarlo, si tratta di una manifestazione contro un disegno di legge proposta dal Governo di cui fanno parte».

La presenza dell’Uaar, inoltre, vuole essere un contributo al dibattito avviato nel governo sui temi della famiglia. «L’Uaar sostiene la presa di distanza dei ministri Ferrero e Bonino rispetto alla politica del ministro Bindi, che sembra non volersi accorgere della realtà: della presenza, cioè di numerose nuove famiglie, lontane dagli standard del ministro, ma altrettanto degne e riconoscibili», chiosa Villella.

Comunicato stampa UAAR

Anonimo ha detto...

A piazza Navona solo COMUNISTI!

riccardo gessa ha detto...

in questi giorni in Brasile girano pochi minorenni. e ti redo c'è Ratzinger con l'intera delegazione vaticana nei paraggi.

riccardo gessa ha detto...

oggi, al radiogiornale della mattina, ho sentito il commento del cardinal Pio Laghi alla recenti posizioni del papa sulla scomunica per i parlamentari messicani che votano la depenalizzazione dell'aborto.

Il signore in questione si prodigava su questioni di morale, giustizia e rettitudine.

Il molto poco Pio signor Laghi era il famoso nunzio apostolico amico dei generali Argentini che, nel tempo libero lasciato a quest'ultimi tra un massacro, una tortura e una desaparecion, si divertiva con loro in gioiose partite di tennis.

http://it.wikipedia.org/wiki/Pio_Laghi

Anonimo ha detto...

A Piazza navona solo comunisti ? caspita , corro !! A me la gente per bene sta simpatica , e poi il solo partito ad essere stato scomunicato in italia è proprio il partito comunista ... ne sono orgoglioso !

Anonimo ha detto...

Blog interessante e ben documentato! Mi fa rabbia vedere come le vittime vengono spesso trasformate in colpevoli (sopratutto in Italia dove nascono subito movimenti per la difesa degli accusati) e come la chiesa cattolica stia ostacolando in ogno modo la promulgazione di leggi speciali negli USA per condannare atti di pedofilia avvenuti anni fa. La chiesa dovrebbe difendere i piu' deboli, ma e' sempre vicina a ricchi e potenti per conservare il suo potere temporale. Perche' non impara mai dagli errori commessi nel passato? Perche' si fa portatrice di messagi che possono aizzare razzismo ed omofobia con terribili conseguenze? Che ce ne dobbiamo fare delle sue scuse fra 300 anni? Puo' cambiare adesso e dimostrare che conosce anora cosa realmente sia la vera carita' cristiana.

Ariel ha detto...

La famiglia di Gesù Cristo era "irregolare", si trattò di un matrimonio non consumato, dunque annullabile dalla Sacra Rota. Un bell'inizio per dettare legge sul come devono essere le famiglie...

Anonimo ha detto...

Ha ragione ac nel post precedente.

Se ci fosse stata la Sacra Rota bastava che la famiglia di G. Cristo avesse pagato 2.500 EURO (il costo medio di una causa per annullamento) per l’avvocato, 260 per il procuratore più le spese. Che possono ammontare a diverse decine di migliaia di euro.

Le motivazioni di annullamento secondo la Sacra Rota? eccole:
coniugi ninfomani, depressi, omosessuali, narcisisti immaturi, mammoni ma quella principale è appunto quella citata da ac: matrimonio non consumato. E' talmente ridicola (e poi come si fa a dimostrarlo?) che la Cassazione, nel 2003, ha finalmente sancito che una sentenza di annullamento così motivata non ha effetti civili. E comunque Gesù aveva un vantaggio perché poteva intercedere direttamente con "l'Altro" padre per l'annullamento...

a ghiavatili ammari cu na petra o coddu.
- mio nonno, quello siculo.

Stefano Scargetta ha detto...

Il problema di chi si sente Laico, è quello di dover subire una chiesa così ingerente e spesso maleducata. Predicare bene, per poi fare quello che si vuole; comprese le pressioni verso lo stato italiano. Anche io ho inserito sul mio Blog, un video proveniente dalla BBC sulla pedofilia e il Vaticano, per chi è interessato, dura circa 38 minuti.
Buona visione

Appuntamento il 12 Maggio a Piazza Navona.

www.stefanoscargetta.blogspot.com

Anonimo ha detto...

Pedofilia, l’arcidiocesi di Dublino: 150 preti coinvolti in Irlanda in 67 anni

Fonte:: http://www.ilsole24ore.com/

riccardo gessa ha detto...

Che poi, anche fra gli animali si formano famiglie allargate, tenute unite solo dall'affetto, e non sono poi così rare!
Come mai in questo caso fanno tanta tenerezza, mentre fra gli umani suscitano tanto astio?
la mia gattina si struscia addosso ai miei cagnoni e loro si squagliano nonostante non siano proprio campioni di 'aplomb'.


Sabato c'ero. In piazza Navona.

Anonimo ha detto...

1974, si votava il divorzio. Un prete scrisse...

La famiglia cristiana? Non esiste è borghese e patriarcale.

Ernesto Balducci

Parlando da cristiano a gente che in gran parte si ritiene tale, ci tengo a dire che il momento che stiamo vivendo è proprio il momento in cui dobbiamo abbattere (noi ne siamo i primi responsabili) quella che chiamerei l'ideologia cattolica, come ideologia di copertura del mondo borghese, il quale mondo borghese trova vantaggio nel coprire i suoi obiettivi di conservazione sociale con dei valori cosiddetti cristiani che hanno ancora una grandissima forza di suggestione nelle coscienze. La difesa della famiglia cristiana è un aspetto dell'ideologia cattolica che, molto di più di quanto potremmo pensare, nasconde la volontà di conservare un certo tipo di società e un certo tipo di sistema di rapporti di proprietà. Alzare quindi questo velo è in un sol momento recuperare la possibilità di un rapporto più vivace, più liberatorio col Vangelo e smascherare le reali intenzioni della classe dominante. Così, quando i nostri vescovi hanno creduto di dover convocare i cattolici a una battaglia, la battaglia della indissolubilità giuridica del matrimonio in Italia, hanno fatto riferimento a un modello cristiano della famiglia, e certo un tale riferimento non può non avere risonanza nella coscienza di una larga parte del popolo italiano, anche di quella che politicamente ha fatto delle scelte dissenzienti nei confronti della Chiesa. Non esiste un modello cristiano di famiglia. Che cosa si nasconde, però, dietro questo cosiddetto modello cristiano della famiglia? È lecito attribuire al messaggio cristiano un modello di famiglia quale quello che abbiamo ereditato dal passato e che ancora sopravvive? Ecco, la risposta è subito no. Si tratta appunto di una menzogna, non di quelle architettate da chi sa quale mal intenzionato, ma di quelle menzogne che nascono per una specie di escrescenza storica progressiva, sulla spinta di altre ragioni che non sono di tipo ideale, ma pratico. Non esiste la "famiglia cristiana", essa è appunto un falso valore. Io vorrei mostrarvi come liberandoci da questa falsificazione, ricercando anche le ragioni per cui essa è nata e si è fatta valere e riferendoci con coscienza liberata alle esigenze evangeliche, noi ci mettiamo in movimento tra le forze che mirano a far crescere la nostra società e liberarla anche da altre schiavitù. Che cosa intendiamo quando si parla di modello cristiano della famiglia? Noi possiamo riferirci o al particolare ordinamento giuridico della famiglia, quello che è stato elaborato lungo i secoli dalla Chiesa cattolica, oppure ad un particolare concetto etico, morale della famiglia, che, anche indipendentemente dall'ordinamento giuridico-canonico, si è fatto valere da parte della società italiana. Per cui si dice che la famiglia tipica italiana è una famiglia di formazione cristiana. Ora, spieghiamoci su questo punto. Intanto sta di fatto che quando noi parliamo della famiglia secondo l'ordinamento canonico, quello che per adesso rimane in prima gestione della Sacra Rota e dei Tribunali diocesani, noi non dobbiamo affatto ritenere che si tratti della traduzione giuridica di un ideale evangelico. Si tratta invece di una creazione storica, precisamente databile, di cui è responsabile la Chiesa cattolica. I primi cattolici non avevano un ordinamento giuridico proprio della famiglia. Essi vivevano la vita di famiglia, ed anche diremmo istitutivi, secondo il costume del tempo. Non c'era, per dir così, il matrimonio in chiesa; non c'era una anagrafe o un tribunale ecclesiastico per i matrimoni, non c'era il prete, al matrimonio. I cattolici si sposavano come tutti gli altri. Non sentivano alcun bisogno di dare al loro matrimonio un ordinamento giuridico particolare all'interno del generale ordinamento giuridico della società in cui vivevano, specialmente in quella romana. Ad esempio, là dove erano le famiglie a stabilire il matrimonio dei figli, i primi cristiani facevano come gli altri: il padre di famiglia destinava alla figlia un dato marito, d'accordo con la famiglia del promesso sposo, senza che i due interessati potessero aggiungere nulla, perché questo era il costume. Inutile quindi andare a cercare nei primi cristiani un modello di "famiglia cristiana". Così, per quanto riguarda il modello etico della famiglia, non esiste un concetto etico specificamente cristiano, nei primi secoli. C'è una visione, se vogliamo, di fede, teologale, cioè legata al riferimento a Cristo. Non esiste però un ideale di famiglia con particolari contenuti morali. La prassi familiare si modellava sul costume morale del tempo. Anche se è chiaro che il cristianesimo impose un rigore morale, un rifiuto di certe forme di depravazione, una condanna di certe degenerazioni; però non disse cose diverse da quelle che poteva dire l'etica degli stoici o dei pitagorici. Quindi il cristianesimo non si presenta con una sua etica familiare formulata nei primi tempi. Come nasce il modello cristiano della famiglia. Solo quando la Chiesa, dopo Costantino, e precisamente con Giustiniano, acquista una responsabilità di tipo sociale, per cui tutti i momenti della vita sociale vengono gestiti dal clero, incomincia a formarsi un ordinamento matrimoniale cristiano che, come vedremo, si è poi accresciuto, si è arricchito, si è accreditato in ogni modo fino a trovare il suo sigillo nel Concilio di Trento e a diventare anche un modello di ispirazione per molti ordinamenti giuridici civili. Il codice napoleonico fu in gran parte tributario di questa tradizione giuridica della Chiesa medioevale. Tuttavia ci domandiamo se il matrimonio cosiddetto cristiano ha veramente obbedito alle esigenze evangeliche o non piuttosto alle esigenze della società del tempo. La risposta è chiara: la cosiddetta famiglia cristiana, con tutti i connotati giuridici ritrovabili nel codice canonico, con tutti i connotati etici ritrovabili nel costume esemplare, è un prodotto storico e, come tale, relativo. Per cui io non riesco a capire, proprio dal punto di vista diremo dell'individuazione culturale, che significhi difendere in una società pluralistica un modello cristiano di famiglia, perché non so quale dia questo modello, perché non si dà un modello proprio del cristiano. La famiglia cristiana, se noi la conserviamo come prodotto storico ereditario, nasconde invece in sé particolari pregiudizi, particolari difformazioni, particolari rapporti sociali legati allo sfruttamento che sono tutti da rifiutare. Caratteristiche superate della famiglia cristiana. Quali sono queste caratteristiche storiche da considerare superate? Innanzitutto è chiaro che l'unità della famiglia cristiana usufruiva di un dato economico, era l'unità patrimoniale. Il padre di famiglia era l'unico responsabile del patrimonio familiare, era lui l'unica figura economica della famiglia. E quindi l'unità della famiglia, anziché essere il prodotto della scelta cosciente dei coniugi, era un portato fatale dell'indivisibile unità patrimoniale. Che cosa avrebbe potuto fare una buona donna cristiana, si fa per dire, di ceto povero, se avesse avuto mille motivi per lasciare il marito: andare a morire di fame o essere rifiutata dalla società abbiente come donna deplorevole, di cattivi costumi, ecc. La donna era legata a questo giogo dell'indissolubile monarchia economica del padre di famiglia. A reggere l'indissolubilità della famiglia, oltre a questa ragione economica, esisteva un ambiente cosiddetto monoculturale, cioè a cultura unica, per cui tutti gli elementi culturali dell'ambiente spingevano a ricercare la propria identità nella famiglia di appartenenza. Una donna non aveva un suo mondo culturale. I figli non avevano un mondo culturale autonomo. Non c'erano spazi diversi per l'esperienza di vita. La famiglia rappresentava il luogo normale e continuativo dell'esperienza culturale. L'unità quindi si manteneva perché mancavano forze centrifughe, aperture di orizzonti diversi per i componenti della famiglia. Pensate, ad esempio, al legame quasi fatale fra il lavoro del padre e del figlio. In terzo luogo c'era la subordinazione della donna all'autorità maritale, che era una norma assoluta. L'attività pastorale della Chiesa ha in questo una specifica responsabilità, perché il modello che si forniva alla donna era un modello di subordinazione al marito. La "donna cristiana" è quella che dice sempre di sì al marito, che non ha in nessun campo iniziativa propria, le cui virtù sono tutte una garanzia alla tirannide maschile e i cui compensi mistificanti sono l'essere l'angelo del focolare. Perfino san Paolo porta riflessi della condizione sociale della donna dei suoi tempi, quando dice che la donna deve essere sottoposta al marito, o deve coprirsi il capo quando entra in assemblea perché il capo della donna è l'uomo. San Paolo non rivela niente che abbia rapporto con la liberazione portata da Gesù Cristo. Assume norme di comportamento proprie della società ebraica. Ma noi dobbiamo sapere che la fedeltà alla parola di Dio non è fedeltà ai modelli sociologici del comportamento, legati ad una certa fase dello sviluppo storico. La parola di Dio non assolutizza, non rende normativi quei modi di comportamento, ci esorta anzi a liberarcene. Il matrimonio è per i figli. In realtà, pensate che nel passato, anche in quel passato che certi nostalgici rimpiangono, il consenso libero della donna al matrimonio era una circostanza neanche presa in considerazione. La donna aveva così radicalmente accettato il modello impostole dalla società e dalla Chiesa che aveva perfino vergogna a dire che desiderava prender marito; magari lo desiderava con tutta se stessa, ma tale desiderio rimaneva inibito. Doveva esser lei, la donna cercata. Doveva essere senza iniziative e con un'etica del comportamento femminile che voi conoscete bene. La stessa definizione della donna era di tipo biologico. La donna si definiva in rapporto alla sua biologia: era vergine o madre. Non persona, come l'uomo, capace di decidere della propria vita indipendentemente dalla condizione biologica; ma legata strettamente a questa, con delle sfere di mortificazione terribili, come la donna che non ha sposato, la zitella, considerata una donna fallita. Oggi ci troviamo nella situazione in cui lo sviluppo della società ha messo in crisi le componenti di struttura che sorreggevano un certo tipo di famiglia cosiddetta cristiana. Abbiamo una crisi della famiglia che per molti è la crisi della famiglia cristiana, ma che invece è la crisi della famiglia tradizionale e niente altro. Allora, un credente, quali doveri ha in questo momento? Non di stringersi, di far quadrato attorno a un modello di famiglia che non ha più nessuna ragione storica di continuare, ma rifarsi all'esigenza evangelica, interrogarsi di fronte ai Vangelo. Ora, secondo me, il Vangelo, non ci dà nessun esempio di famiglia precisa. Anche la sacra famiglia è un invenzione posteriore, borghese, perché la famiglia di Nazareth, non è un modello di famiglia, per il semplice fatto che, almeno nelle convinzioni di fede, Maria e Giuseppe non erano autenticamente marito e moglie. Quindi, presentare come modello di famiglia un modello in cui proprio l'aspetto principale non era integro, significa fare una mistificazione. Indicazioni evangeliche. Occorre domandarsi piuttosto in che senso il Vangelo si apre a questa esperienza particolare della vita che è l'amore nella famiglia, nella linea della liberazione, cioè nella crescita secondo il disegno di Dio. A me pare che ci siano dei punti fermi, questa volta autenticamente fermi, a cui fare riferimento in questo tentativo di recupero del significato evangelico che può avere la vita nell'amore, la vita familiare. Innanzi tutto, è sicuramente un'affermazione di fondo del Vangelo che dinanzi a Cristo non c'è nessuna differenza fra l'uomo e la donna, dinanzi a Cristo non c'è né maschio né femmina. Quelle discriminazione desunte dalla realtà sociologica, che hanno un riflesso nella sacra scrittura, devono essere subordinate a questa che è l'autentica rivelazione in rapporto alla resurrezione: in Gesù Cristo la disparità tra l'uomo e la donna è abolita. Certo noi sappiamo che la parola del Vangelo non si presta a diventare - guai del se lo facessimo - un fondamento per nuovi ordinamenti giuridici; perché la parola del Vangelo, come si suol dire, è parola profetica, cioè una parola che indica certe linee di crescita, le quali sboccano in una totale liberazione cristiana. In secondo luogo, secondo il Vangelo, la fedeltà non è il risultato di una legge esterna che costringe, ma è un'espressione dell'amore. Un'altra esigenza interna allo spirito evangelico è il rifiuto della strumentalizzazione, del rendere l'altro uno strumento di se. Espressioni bibliche quali "la persona umana è fatta a immagine di Dio", "amate i vostri mariti come la Chiesa ama Cristo", "amate le vostre mogli come Cristo ama la Chiesa", per un credente sono un invito decisivo a rifiutare di fare dell'altra persona uno strumento di sé, si tratti dei rapporti fra coniugi, si tratti di rapporti familiari. Questo rispetto della persona significa garanzia del rapporto veramente comunitario, perché tra rapporto comunitario e rapporto di società stabilito dalla legge c'è una differenza di qualità: il rapporto comunitario in tanto è, in tanto vive, in quanto trova la sua sorgente nel libero consenso e nel rispetto spontaneo della coscienza verso l'altro; i rapporti societari invece sono quelli che si stabiliscono per forza di legge. La famiglia, istituzione legata alle condizioni storiche. Siamo all'ultimo punto: non dobbiamo cadere in un così ingenuo evangelismo da credere che la famiglia non interessi la società, che debba essere riferita soltanto all'esperienza spirituale. Ogni espressione dell'uomo, ma la famiglia in particolar modo, in quanto si innesta nei rapporti sociali generali, ha bisogno di istituzionalizzarsi. La istituzionalizzazione è un momento di serietà umana, il momento in cui si traduce in norma esterna la responsabilità di fronte alla società intera. Però, non è con questo momento istituzionale che si definisce la famiglia. Il momento istituzionale è quello in cui l'esperienza della famiglia assume rapporti e responsabilità con l'insieme della realtà sociale. E la società, come tale, ha bisogno di tutelare la famiglia, di farsene garante in qualche modo, di proteggerne e favorirne lo sviluppo. Ma questo momento, lo ripeto, è del tutto legato alle condizioni storiche e varia a seconda del mutare delle condizioni storiche; perciò oggi c'è bisogno di una nuova istituzionalizzazione della famiglia. La famiglia è una creazione continua. Nella Bibbia c'è la poligamia, poi si è acquisito il concetto della famiglia monogamica, che forse è un concetto irrinunciabile. Però non si deve dire che è la natura che l'ha voluto, perché questo significa attribuire alla natura astratta delle conquiste storiche che sono invece relative anch'esse. Forse la famiglia dovrà cambiare ancora forma, dovrà cambiare struttura. Il concetto del diritto naturale è un concetto dell'immobilismo borghese, con cui si sono voluti rendere eterni e immutabili alcuni rapporti che erano funzionali alla società borghese. E qual è il criterio con cui la famiglia deve cambiare struttura? E' quel di più di libertà che l'uomo deve avere. Quando diciamo libertà non parliamo della libertà soggettivistica identica al libero arbitrio, ma di una libertà in cui veramente l'esistenza dell'uno sia garanzia e condizione della libertà di tutti gli altri. Questa crescita della famiglia presuppone un nuovo diritto familiare in cui dovrà essere anche previsto il caso nel quale la fedeltà reciproca di indissolubilità non è più possibile. Cioè la clausola del divorzio come verifica di un fallimento dell'esperienza e come legittima dei due, che hanno portato a termine un esperienza fallita, di crearsi una esistenza coniugale. Questo la legge lo può fare; a rigore, lo deve fare. Però il diritto di famiglia non è questo. Ecco perché dovremo, una volta superata la battaglia sul referendum, considerarci continuamente mobilitati per favorire in Italia una modificazione profonda del diritto di famiglia, perché esistono già ormai le condizioni di coscienza generali e perché certe norme giuridiche della tradizione siano abolite e superate. E naturalmente, quando si fa questa battaglia per un nuovo tipo di famiglia, si deve fare anche una battaglia per un nuovo tipo di società, perché se i rapporti economici rimangono quelli che sono poco vale il modificare i rapporti giuridici. Al più avremmo un aggiornamento neo-capitalistico della famiglia. In ogni caso, una battaglia per la famiglia che si apre con il referendum, non si chiude con il referendum. Però dobbiamo dirci che noi, in quanto cristiani, non abbiamo niente, nessun modello nostro da difendere. Noi dobbiamo ricercare con gli altri un modello giuridico ed etico di famiglia, perché non abbiamo privilegi di nessuna sorta come credenti. Come credenti ci compete l'onere e il privilegio, se volete, di essere fedeli alle ispirazioni evangeliche fondamentali; ma queste ispirazioni non sono da tradurre come modello etico-giuridico, poiché sono una spinta continuamente trasformante della realtà storica, disponibili a sempre nuove forme di ordinamento familiare.

fonte: Adista, agenzia di stampa sul mondo cattolico e le realtà religiose: www.adistaolnline.it



da Liberazione del 12.5.07

Anonimo ha detto...

POSTA PRIORITARIA
10 / 05 / 2007
Eminenza reverendissima cardinale Camillo Ruini,
mi rivolgo a lei anche se la so da poco in pensione, anziché al suo successore card. Bagnasco, perché lei è un po’ l’Andreotti del Vaticano: ha accompagnato la vita politica e religiosa del nostro paese per molti decenni. Come lei ben sa, non c’è paese d’Europa che abbia avuto tanti capi del governo cattolici come l’Italia. Su 60 governi in 60 anni, 51 avevano come premier un cattolico e solo 9 un laico: 2 volte Spadolini, 2 Craxi, 2 Amato, 2 D’Alema, 1 Ciampi, che peraltro si dichiara cattolico. In 60 anni l’Italia è stata governata per 52 anni da un cattolico e per 8 da un laico. Se la DC e i suoi numerosi eredi avessero fatto per la famiglia tutto ciò che avevano promesso, oggi le famiglie italiane dormirebbero tra due guanciali. Sa invece qual è il risultato? Che l’Italia investe nella spesa sociale il 26,4% del Pil, 5 punti in meno che nel resto d’Europa a 15, quella infestata di massoni, mangiapreti, satanisti e -per dirla con Tremaglia- culattoni. Se poi andiamo a vedere quanti fondi vanno alle famiglie e all’infanzia nei paesi che non hanno avuto la fortuna di avere in casa Dc e Vaticano, scopriamo altri dati interessanti. L’Italia è penultima in Europa col 3,8% della spesa sociale alle famiglie, contro il 7,7% dell’Europa, il 10,2% della Germania, il 14,3% dell’Irlanda. Noi diamo alla famiglia l’1,1% del Pil: meno della metà della media europea (2,4). Sarà un caso, ma noi siamo in coda in Europa per tasso di natalità: la Francia ha il record con 2 figli per donna, la media europea è 1,5, quella italiana 1,3. E il resto d’Europa ha i Pacs, noi no: pare che riconoscere i diritti alle coppie di fatto non impedisca le politiche per la famiglia, anzi. Lei che ne dice?
Lei sa, poi, che per sposarsi e fare figli, una coppia ha bisogno di un lavoro stabile. Sa quanto spendiamo per aiutare i disoccupati? Il 2% della spesa sociale, ultimi in Europa. La media Ue è il 6%. La Spagna del terribile Zapatero spende il 12,5. I disoccupati che ricevono un sussidio in Italia sono il 17%, contro il 71 della Francia, l’80 della Germania, l’84 dell’Austria, il 92 del Belgio, il 93 dell’Irlanda, il 95 dell’Olanda, il 100% del Regno Unito. E per i giovani è ancora peggio: sotto 25 anni, da noi, riceve il sussidio solo lo 0,65%; in Francia il 43, in Belgio il 51, in Danimarca il 53, nel Regno Unito il 57. Poi c’è la casa. Anche lì siamo penultimi: solo lo 0,06% della spesa sociale va in politiche abitative (la media Ue è il 2%, il Regno Unito è al 5,5). Se in Italia i figli stanno meglio che nel resto del mondo, anche perché sono pochissimi, per i servizi alle madri siamo solo al 19° posto.
Forse, Eminenza, visto il rendimento dei politici cattolici o sedicenti tali, avete sempre puntato sui cavalli sbagliati. O forse, se aveste dedicato un decimo delle energie spese per combattere i
Dico e i gay a raccomandare qualche misura concreta per la famiglia, non saremmo i fanalini di coda dell’Europa: perché i nostri politici le promesse fatte agli elettori non le mantengono, ma quelle a voi le mantengono eccome. Sono proprio sacre.
Ora speriamo che il Family Day faccia il miracolo. A questo proposito, vorrei mettere una buona parola per evitare inutili imbarazzi. Come lei sa, hanno aderito all’iniziativa moltissimi politici così affezionati alla famiglia da averne due o tre a testa. Come Berlusconi, che ha avuto due mogli, senza contare le giovani e avvenenti attiviste di Forza Italia con cui prepara il Family Day nel parco di villa Certosa. Le cito qualche altro esempio da un bell’articolo di Barbara Romano su Libero. Vediamo la Lega, che fa fuoco e fiamme per la sacra famiglia. Bossi 2 mogli. Calderoli 2 mogli (la seconda sposata con rito celtico) e una compagna. Castelli, una moglie in chiesa e l’altra davanti al druido. Poi c’è l’Udc, l’Unione democratico cristiana, dunque piena di separati e divorziati. Divorziato Casini, che ha avuto due figlie dalla prima moglie e ora vive con Azzurra. Divorziati l’ex segretario Follini e il vicecapogruppo Giuseppe Drago, mentre la vicesegretaria Erminia Mazzoni sta con un divorziato. D’Onofrio ha avuto l’annullamento dalla Sacra Rota. Anche An è ferocissima contro i Dico. Fini ha sposato una divorziata. L’on. Enzo Raisi ha detto:“Io vivo un pacs”. Altro “pacs” inconfessato è quello tra Alessio Butti e la sua compagna Giovanna. Poi i due capigruppo: alla Camera, Ignazio La Russa, avvocato divorzista e divorziato, convive; al Senato, Altero Matteoli, è divorziato e risposato con l’ex assistente. Adolfo Urso è separato. L’unico big in regola è Alemanno:si era separato dalla moglie Isabella Rauti, ma poi son tornati insieme. Divorziati gli ex ministri Baldassarri (risposato) e Martinat (convivente). La Santanchè ha avuto le prime nozze annullate dalla Sacra Rota, poi ha convissuto a lungo. E Forza Italia? A parte il focoso Cavaliere, sono divorziati il capogruppo alla Camera Elio Vito e il vicecapogruppo Antonio Leone. L’altro vice, Paolo Romani, è già al secondo matrimonio: «e non è finita qui», minaccia. Gaetano Pecorella ha alle spalle una moglie e “diverse convivenze”. Divorziati anche Previti, Adornato, Vegas, Boniver. Libero cita tra gli irregolari persino Elisabetta Gardini, grande amica di Luxuria, che ha un figlio e (dice Libero) convive con un regista. Frattini, separato e convivente, è in pieno Pacs. Risposàti pure Malan, D’Alì e Gabriella Carlucci, mentre la Prestigiacomo ha sposato un divorziato. E al Family day ci sarà pure la Moratti col marito Gianmarco, pure lui divorziato.
Ecco, Eminenza, personalmente sono convinto che ciascuno a casa sua sia libero di fare ciò che vuole. Ma è difficile accettare l’idea che questi signori, solo perché siedono in Parlamento, abbiano dal ‘93 l’assistenza sanitaria per i conviventi more uxorio e vogliano negarla a chi sta fuori. E che lei Eminenza non abbia mai tuonato contro i Pacs parlamentari. Ora però non
vorrei che qualche Onorevole Pacs disertasse il Family Day per paura di beccarsi una scomunica. Perciò mi appello a lei: se volesse concedere una speciale dispensa almeno per sabato, ne toglierebbe d’ imbarazzo parecchi. Potrebbe pure autorizzarli a sfilare ciascuno con tutte le sue famiglie, magari entro e non oltre il numero di 3. Per far numero. Ne guadagnerebbe la partecipazione. Si potrebbe ribattezzare l’iniziativa Multifamily Day.
Marco Travaglio

Anonimo ha detto...

Il video più visto in questi giorni è un servizio della BBC
trasmesso il 1 Ottobre 2006.Riferisce di un documento ufficiale
della Chiesa cattolica dal titolo "Crimen Sollicitationis", che
spiega come le gerarchie della Chiesa dovrebbero occultare i
reati...

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Clicca sul link seguente per visualizzare il post:
http://www.beppegrillo.it/2007/05/crimen_sollicit.html

Anonimo ha detto...

http://paparatzinger-blograffaella.blogspot.com/2007/04/colpevoli-di-crimini-enormi-benedetto.html

Anonimo ha detto...

Spero che un giorno si riesca a far chiudere il Vaticano, covo di criminali e assassini.
Ma finchè ci saranno primi ministri come Tony Blair o Presidenti come Bush ci sarà da combattere molto di più.

Diablo

Anonimo ha detto...

In un Paese normale, articoli come questo dovrebbero essere la normalità. In Italia invece la normalità diventa eroismo.
Ne è protagonista E Polis, giornale diffuso gratuitamente o messo in vendita a 0,50 euro. Sembra che valga molto di più di tante blasonate testate.
Per chi vuole consultarlo online, il link è http://www.epolisroma.it/

E' in formato PDF, ma qualcuno di buona volontà lo ha stato scaricato e convertito in testo. Ci sono molti dettagli.
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Da E Polis Roma del 24 maggio 2007

Il fenomeno. Dal 2000 a oggi sono stati condannati o rinviati a giudizio 45 sacerdoti

Centinaia le vittime dei preti pedofili e gli orchi preferiscono patteggiare.

Ci sono centinaia di persone che, anche a causa del Concordato, non saranno mai risarcite completamente Pochi i casi che vengono raccontati dalle cronache, la maggior parte si perde nell'indifferenza o nell'omertà

Giorgio Sturlese Tosi

giorgio.tosi@epolis.sm

Mentre ancora infuria la polemica sull'opportunità della scelta della Rai di trasmette il documentario della Bbc sui preti pedofili, nessuno sembra interessato a stimare l'entità del fenomeno in Italia. Per quarantacinque sacerdoti italiani che dal 2000 ad oggi sono stati condannati o rinviati a giudizio per reati di pedofilia (ma il dato è per difetto), c'è un esercito di centinaia di vittime che, a causa del nostro ordinamento giudiziario e del Concordato tra Stato e Chiesa, non saranno mai risarcite completamente. PER QUALCHE CASO che occupa per pochi giorni le pagine dei quotidiani, molti altri si perdono nell'indifferenza e persino nell'ostilità delle comunità religiose in cui sono avvenuti gli abusi. Il Vaticano è stato scosso fino nelle fondamenta dalla vicenda di Pomezia, per la quale don Marco Agostini, il 6 aprile dell'anno scorso, fu arrestato e altri tre religiosi furono indagati per abusi su venti minori.

Come pure fece scalpore la confessione di don Pierangelo Bertagna, sacerdote a Farneta, Arezzo, che nel luglio del 2005 ammise di aver abusato di trenta adolescenti. Nessuno però si ricorda di Antonio B., violentato da don Giuseppe Rassello, a Napoli, poi condannato a due anni e un mese. Come in pochi hanno parlato dei bambini tra i 7 e i 12 anni abusati in parrocchia da don Giorgio Mazzoccato, nel foggiano. La condanna a 6 anni e mezzo di carcere al sacerdote non prevedeva un risarcimento nei loro confronti. Don Renato Mariani, parroco a san Giuliano Milanese, è stato condannato a 4 anni, don Marco Gamba, di Chiusa san Michele, a 4 anni e 6 mesi, don Paolo Pellegrini, parroco di Colleferro, fu riconosciuto responsabile di aver drogato e abusato di due adolescenti e condannato a 6 anni, mentre 4 anni sono stati inflitti a don Bruno Tancredi per le violenze su 5 ragazzini tra i 14 e i 16 anni; a Grosseto invece don Felice Cini ha patteggiato una pena a 2 anni e 6 mesi. Come pure ha patteggiato 3 anni di pena don Domenico Mercanti, sacerdote ad Alessandria, e così ha fatto (1 anno e 8 mesi) don Roberto Volterra, parroco di Castagnole Piemonte, per aver violentato una bambina di 11 anni. Tanti altri, da Bolzano ad Agrigento, hanno patteggiato per gli stessi reati.

Condannato per abusi, ora accusa il vescovo

Montecatini Terme

La maggior parte delle condanne per reati di pedofilia compiuti da sacerdoti si sono celebrate con il rito del patteggiamento. Un percorso giudiziario abbreviato, che cristallizza l'inchiesta a quanto già acquisito e impedisce di fatto di procedere con gli accertamenti, col risultato di mettere a tacere il prima possibile eventuali scandali. Un caso particolare però è quello di don Alessandro Pasquinelli, che nel 2005 patteggio tre anni di pena per gli abusi sessuali commessi a danno di un minore a Montacatini tra il '98 e il 2003. Oggi don Pasquinelli ha gettato la tonaca, ha avuto un figlio dalla sua convivente e sta scrivendo un libro in cui accusa la curia di Pistoia di averlo costretto a patteggiare per evitare scandali. E del ragazzo che riconobbe di aver abusato dice: «Sarà sempre il mio primo figlio».

Epolis Roma

45 I sacerdoti italiani rinviati a giudizio o condannati dal 2000.

3 Le cause civili per risarcimento intentate contro le curie

La rete. Alcune inchieste hanno messo in luce i contatti tra sacerdoti pedofili di diverse regioni

Le curie puniscono con trasferimenti ma non informano le autorità giudiziarie.

I seminari vescovili sono i luoghi dove si manifestano le prime devianze sessuali.

Tre cose emergono dalle migliaia di carte utilizzate nei processi a carico di sacerdoti accusati di pedofilia: che esiste una rete tra sacerdoti con la passione per i minorenni, che anche a fronte di evidenze di reato, i colpevoli vengono semplicemente trasferiti dalle gerarchie ecclesiastiche senza informare le autorità giudiziarie e che i luoghi dove ci si avvicina alla devianza sessuale sono i seminari. In più di un caso (Pomezia, Roma e Cuneo per esempio) gli investigatori hanno accertato che il sacerdote che compiva abusi sessuali su minori condivideva questa sua deviazione con altri confratelli. Un' intercettazione della Squadra mobile di Cuneo che stava indagando su don Renato Giaccardi, poi condannato col patteggiamento per pedofilia, colse il sacerdote al telefono con un prelato romano, mentre si scambiavano commenti sulle qualità fisiche di un minorenne. Contatti che sembrano nascere nei luoghi di formazione dei sacerdoti, i seminari. Come quello di Arezzo, dove prese i voti don Bertagna, indagato per abusi su trenta minori, e di un confratello, che dovrà rispondere di simili accuse. O come quello di Agrigento, dove don Bruno Puleo ha abusato del seminarista Marco Marchese, risarcito nei giorni scorsi con 120 mila euro prima dell'udienza in sede civile contro la stessa Curia. O come quello di Lanusei, in Sardegna, dove nel 2004 don Pietro Sabatini fu condannato dopo essere stato scoperto in possesso di un archivio pedopornografico. E che le curie abbiano disposizioni di non informare l'autorità giudiziaria lo conferma, tra i molti esempi, la recente ammissione del vescovo di Firenze, Ennio Antonelli, accusato da decine di persone di non aver preso provvedimento contro l'anziano don Elio Cantini. Solo dopo anni di richieste inascoltate, di trasferimenti del prete e di blande punizioni, le vittime hanno informato la procura che ha aperto un'inchiesta. Il vescovo ha ammesso di essere stato a conoscenza degli abusi. ■ G.S.T.

Parma. Il sacerdote è accusato di violenza su minori e detenzione di materiale pedopornografico

Abusi, condannato a 12 anni missionario sardo in Nicaragua

Confermate le testimonianze di ragazzini e la paternità dell'archivio digitale di 1442 foto

Lorenzo Bordoni

da Parma

Non sono bastate le preghiere di un gruppo di fedelissime sostenitrici raccolte su una panca nei corridoi del tribunale. E nemmeno le loro grida, "siamo sempre con te ", levate al momento dell'uscita dall'aula. Dopo un'ora e mezza di camera di consiglio la sentenza è stata inesorabile: Don Marco Dessì, il prete missionario di origine sarda accusato di pedofilia, è stato condannato in primo grado a 18 anni di reclusione dal tribunale di Parma, ridotti a 12 per la scelta di procedere col rito abbreviato. UNA PENA esemplare arrivata dopo lunghe e puntigliose indagini che hanno inchiodato il sacerdote, originario di Villamassargia, paesino in provincia di Cagliari, ma che aveva fatto prima di Parma e poi del Nicaragua la sua seconda casa, alle evidenze mosse dall'accusa. Accuse che hanno i nomi infamanti di "abusi sessuali su minori" e "detenzione di materiale pedopornografico". Dopo la lunga udienza di martedì in cui, di fronte al gup Roberto Spanò, la pm Lucia Russo aveva chiesto per il sacerdote il massimo della pena prevista dal codice, ieri è arrivata la parola definitiva sul processo. Confermate le testimonianze dei tre teste, ragazzi nicaraguesi ormai maggiorenni ospitati in tenera età nella missione di Dessì, e la paternità dellÎarchivio digitale presente sul computer di don Marco con 1442 immagini di minori . Un'accusa comunque mutilata. La pena ha risentito solo delle posizioni considerate imputabili, dal 1999 ad oggi. Sulla testa dell'accusato gravavano in realtà una serie imprecisata di violenze sessuali compiute nell'arco di quasi trent'anni. Agli atti del processo, comunque, c'è stato quanto necessario per infliggere un provvedimento importante. Che arriva in una fase storica piuttosto critica per la Chiesa, attaccata da dossier su pedofilia con sacerdoti come protagonisti. Per spezzare una lancia proprio a favore dell'autorità vaticana il pubblico ministero ha spiegato al termine dell'udienza che "c'è stato – da parte loro - un sostegno di tipo formale". Arrivando a dire che, se non altro, "il Vaticano non si è messo di traverso". Forse un piccolo segnale di cambiamento anche per i palazzi del potere religioso, fino ad oggi, più che restii a fornire collaborazione in casi come questi. Ora la palla passa alla difesa, rappresentata dagli avvocati Pierluigi Concas ed Ermanno Corsi, già pronta per ricorrere in appello. "Il giudice ha resistito alla lusinga di condannare Don Dessì per tutti i suoi reati, anche quelli caduti in prescrizione", ha spiegato Corsi all'uscita. "Ora vogliamo leggere la sentenza per capire se ci sono le condizioni per richiedere una riduzione di pena".

AMARElaFAMIGLIA ha detto...

Il silenzio è sacro
di Giorgio Sturlese Tosi
Quaranta casi noti, molti rimasti nascosti. Le curie italiane difendono il segreto. A costo di non rimuovere i molestatori o denunciare le vittime

http://espresso.repubblica.it/dettaglio/
Il-silenzio-e-sacro/1438587&ref=hpsp

Anonimo ha detto...

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Anonimo ha detto...

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Anonimo ha detto...

Hey, Good night.
I like www.blogger.com because I learned a lot here. Now it's time for me to pay back.
The reason I want to post this guide on this of www.blogger.com is to help visitors solve the same problem.
Please contact me if it is inapproprate here.
Here is the guide, wish it would help you.

How to use Audio Cutter, MP3 Cutter tools to cut music, cut mp3, edit ID3 tag, etc?
Have you ever thought an audio file was too long and wanted to keep only a segment of it? Are you in need of an Audio Cutter to cut music for you?
This guide shows how to cut mp3 files with an mp3 cutter and edit id3 tag easily.
HiFi MP3 Cutter – an easy-to-use Audio Cutter, supports cut MP3, then convert it to WAV, WMA and OGG files. With it, you can cut music from a big audio file and then convert it to a MP3 or WAV or WMA or OGG file. Besides, you can edit id3 tag directly using a small id3 tag editor built in the Audio Cutter.
There are lots of Audio Cutter, such as TOP MP3 Cutter Joiner , Saga MP3 Cutter and Power MP3 Cutter Joiner . Every product is easy to use to cut music.
Guide: How to use Audio Cutter, MP3 Cutter tools to cut music, cut mp3, edit ID3 tag, etc?
Step 1: Free download the Audio Cutter. The HiFi MP3 Cutter is very easy to handle:
Step 2: Add the music you want to cut to the MP3 Cutter:
Step 3: Before getting down to cut music, you can set the start time by sliding the black button on the progress bar and click "Begin"; set the end time by sliding the black button and click "End":
Step 4: And you should set the out path and format before getting down to cut mp3:
Tips:
1. You can edit id3 tag with the id3 tag editor built in the Audio Cutter when you are ready to cut music:
2. The MP3 Cutter support to adjust settings, too:
Step 5: Just one click at "Cut", the Audio Cutter will begin to cut mp3 for you:
After a few minutes, you will accomplish the task: cut music.
This MP3 Cutter is very easy to use, and the function of "Edit id3 tag" is very convenient.
Just enjoy the Audio Cutter , cut mp3 in the easiest way!


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Anonimo ha detto...

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Anonimo ha detto...

Всем привет!

Недавно перед мной встала задача, куда деть накопишиеся [b]европоддоны[/b], или еще их называют [b]Паллеты[/b],
[b]Поддоны[/b], [b]Европаллет[/b]ы Размеры 800*1200, 1000*1200- Это [u]Тара Пром назначения[/u].
Немного предистории.
Сам я тружусь кладовщиком на складе. Нам приходит много продукции на [b]Европоддонах[/b],
товар продаем а поддоны остаются, у нас встал вопрос куда их девать.
Раньше мы их сжигали.
Потом я узнал, что за поддоны можно получить деньги.
Начал звонить по фирмам везде были цены низкие,
потом знакомые мне подсказали, что в Челябинске есть такая Компания "[b]Уралсклад[/b]",
около 10 лет на Рынке Промышленной Тары с хорошей репутацией.
Я нашел их сайт в интернет - [url=http://www.uralsklad.ru]www.uralsklad.ru[/url] и позвонил по тел. +7(351) 233-07-14.
Буквально через час подъехал их представитель, Авто с Логотипом "[url=http://www.uralsklad.ru]Поддоны Челябинск[/url]".
Цены закупочные оказались самые высокие в г. Челябинске.
Все цивилизовано грузчики загрузили [b]Паллеты[/b] ешё и лом поддонов купили, расчитались на месте наличными.
Про другие фирмы я узнавал либо Цены низкие, либо Бракуют много, да и денег от них не дождешься.

Так что если у вас завалялись [b]европоддоны[/b], не торопитесь их выбрасывать, лучше обменяйте их на деньги.

Anonimo ha detto...

Assolutamente d'accordo con lei. Credo che questo sia un concetto molto diverso. Pienamente d'accordo con lei.
E 'vero! Mi piace la tua idea. Offerta di mettere una discussione generale.

Anonimo ha detto...

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Anonimo ha detto...

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